venerdì 10 agosto 2018

"VENTI CANZONI CHE MI HANNO TOCCATO...TANTO DA RICORDARLE SEMPRE".

"VENTI CANZONI CHE MI HANNO TOCCATO...
...TANTO DA RICORDARLE SEMPRE".


Con questo incipit, sono stato invitato a partecipare su Facebook ad una di quelle catene, senz'altro più divertenti e piacevoli di quelle di Sant'Antonio (che non sopporto) dove si potevano elencare, giorno dopo giorno, i "dieci libri che ti hanno toccato, tanto da ricordarli sempre". Da lì è nata l'idea di modificare completamente il tema letterario, e trasportarlo nella musica. E così ho dato il via al post "le dieci canzoni che mi hanno toccato...". 
Sceglierne solo dieci su tutte, direte voi, deve essere stato difficilissimo; ed invece no, perchè in una classifica del genere saprei dover andare a parare:ci sono canzoni chiave nella nostra vita che, in post simili, è impossibile non menzionare. E partendo da questo presupposto, dieci pezzi sono venuti fuori con una semplicità disarmante, anche se un pochino di dispiacere nell'escluderne almeno altrettanti dieci c'è stato. E così ho prolungato la mia personale lista portandola a venti. 
Ecco, venti possono bastare, sono sufficienti.

Qui su Musical Maniak, riporterò la lista dei venti brani che giorno dopo giorno ho scelto, tale e quale. 
Il post originale di Facebook sui libri, chiedeva di aggiungere una foto del libro citato, senza aggiungere nessuna spiegazione sul perchè contava così tanto da inserirlo in una selezione del genere. Anche il post musicale seguiva lo stesso schema, ma qui due righe di motivazione sul perchè ho messo quella canzone e non un'altra, mi sembrava doveroso aggiungerle. Per il resto, riprenderò le stesse identiche scelte fatte sul mio profilo:essere coerenti è un esercizio difficile, ma imprescindibile. In qualsiasi campo.


1 - MICHAEL JACKSON - DIRTY DIANA
Pronti? Via! Se dovessi scegliere una canzone, e solo una da portarmi su un'isola deserta sarebbe "Dirty Diana". Primo:perchè è del mio artista preferito in assoluto. Secondo:è un pop/rock di splendida fattura, cupo ed evocativo, splendidamente arrangiato ed interpretato. Terzo:è nell'album che io considero perfetto di Michael Jackson:"Bad". Narra la storia di una groupie di provincia, lasciando intendere quanto, in certi casi, molte di queste figure siano disposte a tutto pur di avere in cambio visibilità e successo:"Diana walked up to me, she said I'm all yours tonight, at that I ran to the phone sayin' baby I'm alright, I said but unlock the door because I forgot the key, she said he's not coming back because he's sleeping with me...".
Con "Dirty Diana" è stato amore (sonoro) a prima vista:più di tutto, mi fa impazzire quella tastiera che supporta tutto l'impianto della canzone, che diventa vera e propria estasi quando si aggiunge anche il violoncello, ad inizio terza strofa. Per non parlare poi della voce di Michael con l'effetto eco, che a tratti dona alla canzone quasi un'atmosfera spettrale. E poi la chitarra di Steve Stevens, che segue passo passo il ritornello fino a lanciarsi in un assolo bissato nel finale, quando la musica si concede in uno sfogo esagerato, esplosivo, liberatorio. Levatemi tutti i dischi, cancellate tutto il resto della musica, ma "Dirty Diana" lasciatemela sunoare fino all'ultimo dei miei giorni.


2 - BRUCE SPRINGSTEEN - STREETS OF PHILADELPHIA
Andai a vedere il film "Philadelphia" al cinema con mio nonno, che è l'artefice della mia passione per la musica:a lui sono legati i primi dischi acquistati, ed è grazie a lui che ho scoperto quanto sia bello cercarli, studiarli, ascoltarli, collezionarli.
Scegliemmo quel film perchè ci incuriosì lo stralcio di questa canzone che ascoltammo nel trailer. Nonno aveva una serie sconfinata di cassette audio di Fausto Papetti ed era un grande estimatore di Julio Iglesias, di cui possedeva diversi lp. Io avevo già scoperto Michael Jackson, il pop di Madonna e Prince, il rock degli U2, il grunge dei Nirvana, e per questo i nostri gusti musicali cozzavano un pochino.
"Streets of Philadelphia" fu il brano che ci mise d'accordo, definitivamente. Piaceva da matti allo stesso modo ad entrambi. Quando uscimmo dal cinema, notai mio nonno visibilmente commosso:è stata la prima ed unica volta che ho avuto modo di vederlo con le lacrime agli occhi. Anche Springsteen ha giocato molto sull'impatto emozionale:"Streets of Philadelphia" ha una struttura semplicissima, batteria, tastiere e voce. Nient'altro. 
Ognuno di noi porta nel cuore dei ricordi che spesso sono legati ad una determinata canzone. Ciò che ho appena scritto, credo sia esemplificativo per lasciarvi immaginare cosa significhi per me, ogni santa volta che lo riascolto, questo pezzo del Boss.


3 - THE CURE - BURN
Cosa succede se in quello che, da subito, capisci che sarà per sempre il tuo film preferito, partecipa alla colonna sonora uno dei gruppi che hai amato da quando hai inziato ad ascoltare la musica? Succede che la canzone che ne deriva non te la togli più di dosso. Mai più. 
"Burn" è quanto di meglio potesse rappresentare "Il Corvo". Composta su commissione per il film, e voluta fortemente sia dal regista che dall'autore dei fumetti James O'Barr (dall'immagine di Robert Smith pare abbia tratto ispirazione per realizzare il protagonista), "Burn" è, per me, la canzone gotica per autonomasia. Dark al punto giusto, orecchiabile, con quei tamburi che le donano vita, le chitarre impastate alla perfezione, e la voce di Robert Smith che va ad impreziosire un comparto sonoro imponente:"Don't look don't look" the shadows breathe...whispering me away from you
"Don't wake at night to watch her sleep"...You know that you will always lose this trembling, adored, tousled bird mad girl...
But every night I burn, every night I call your name, every night I burn, every night I fall again...
". Uno dei miei più grandi desideri, è aver l'occasione di sentir questo brano dal vivo, un giorno, prima che sia troppo tardi.



4 - R.E.M. - DRIVE
Quando mi avvicinai alla musica, "Automatic for the people" era appena arrivato nei negozi di dischi. Fu un incontro inevitabile con la musica dei R.E.M., che già avevano alle spalle un'abbondanete manciata di dischi, ed il super-hit "Losing my religion". E così, quel primo approccio è rimasto nel cuore, e ben stampato nella memoria. "Automatic" è un grande disco, con autentici classici della musica rock, ma "Drive" è il brano di cui proprio non potrei fare a meno. E' un pezzo ipnotico, cantilenante e ripetitivo, ma carico e drammatico. E così, in una buona dose di introspezione, passando per la serie di non-sense interpretabili nel testo, si inserisce anche un pizzico di energia (derivata dalla chitarra elettrica); "Drive" diventa un pezzo solenne, magnificente, perfetto sotto ogni punto di vista. Non stupitevi se, spesso, citando frasi fatte in  inglese, mi sentirete pronunciare la frase "maybe you're crazy in the head" (letteralmente:"Forse sei pazzo nella testa"). E' una formula che adoro, e che è tratta proprio da questa canzone.


5 - GHOST - SQUARE HAMMER
Ah beh, non potevano mancare i Ghost, una delle mie più recenti scoperte, ma anche una delle band-rivelazione dell'ultimo decennio in campo metal. Ne ho ampiamente parlato in diversi altri post su questo blog, se volete scoprire chi sono. Vi basti sapere, in questa sede, che la componenente dark ed il metal più orecchiabile ed accessibile, unite insieme all'immagine a sfondo horror e chiaramente anticattolica sono gli ingredienti base del gruppo svedese, oltre ad essere tre elementi che io amo spassionatamente. Inevitabile che finisse così, non vi pare?
Perchè ho scelto "Square hammer"? Intanto è stata una delle primissime canzoni dei Ghost che ho ascoltato; inoltre ha un video spettacolare, che richiama da vicino i classici film horror della Hammer, ed infine è qui, su queste note, che ho capito che Tobias Forge ed i suoi Nameless Ghouls avrebbero monopolizzato i miei ascolti a venire.


6 - MICHAEL JACKSON - THEY DON'T CARE ABOUT US
"HIStory" è stato il primo disco che ho vissuto appieno sin dalla sua uscita; tutta l'attesa, le indiscrezioni, le notizie frammentarie (in un'epoca dove internet era ancora fantascienza) si materializzarono il 16 giugno del 1995, quando il disco arrivò sugli scaffali. A colpirmi subito fu questa "They don't care about us", una filastrocca funky di denuncia sociale che attacca le istituzioni ed il governo americano.
Da lì in poi, non ne ho mai  più potuto fare a meno:ciclicamente ho bisogno di riascoltarla. La canzone fu attaccata anche dalla comunità ebraica (che nel testo interpretò alcuni passaggi come antisemiti), costringendo Michael a "coprire" alcune parole ed a sostituirle. Ciò nonostante, venne lanciata come singolo con due splendidi video girati da Spike Lee:uno nelle favelas brasiliane, ed uno ambientato in un carcere, entrambi ottimi veicoli per il messaggio che il Re del Pop voleva trasmettere con la canzone. "Skin head, dead head, everybody gone bad, situation, aggravation, everybody allegation, in the suite, on the news, everybody dog food, bang bang, shot dead everybody's gone mad..." è l'incipit di un testo tirato, arrabbiato, che va dritto come un treno contro il sistema. "They don't care about us" è il grido disperato di un americano dalla pelle nera che non si sente trattato al pari dei suoi simili bianchi. L'energia e la carica con cui è stato proposto, oltre al massicio assolo che irrompe a metà canzone, lo rendono anche un ottimo pezzo per sfogarsi ed allentare la rabbia quando si è nervosi ed incazzati.



7 - PRINCE - PURPLE RAIN
Intensa, commovente, riflessiva; ci sarebbero altri mille aggettivi per definire "Purple rain", senza dubbio uno dei migliori pezzi pop/rock mai scritti. Sebbene la melodia nasca da accordi semplicissimi e da un arrangiamento elementare, la capacità di far vibrare l'anima è enorme, tale è il pathos che si crea all'ascolto. Quando la ascoltai per la prima volta, una volta finita rimasi imbambolato per almeno cinque minuti, cercando di assimilare ciò che avevo appena sentito:avevo la pelle d'oca. Sono otto minuti e passa di canzone sui generis, che ti rimangono impressi sin dalle prime note e ti trascinano fino alla fine con una coda pazzesca in cui Prince da libero sfogo alla sua istrionicità chitarristica. Il pezzo vive e convince anche preso singolarmente, ma assume tutta un'altra aura se abbinato al film omonimo, che ebbi modo di vedere in una notte insonne, accendendo la tv su un canale a caso; nel lungometraggio Prince racconta i suoi esordi, e la storia di un padre capace di scrivere canzoni bellissime che non può più suonare, e che sfoga la sua frustrazione sulla madre. Prince riscopre le composizioni del genitore, e tra queste lavora e rielabora "Purple rain", suonandola dal vivo e portandola al successo proprio mentre il padre è in fin di vita.


8 - HIM - JOIN ME IN DEATH
C'è stato un periodo, tra il 1998 ed il 2001, in cui gli HIM monopolizzavano i miei ascolti; ero un vero e proprio "love-metaller", ed andai a vederli in concerto ben tre volte. Ero incerto se includere "The funeral of hearts" o questa "Join me"; l'ha spuntata quest'ultima, perchè sebbene "Funeral" sia quella che negli anni ho ascoltato di più (non ho dubbi su questo), "Join me" è stata la "numero uno". 
E' stata l'inizio di tutto. E' stata la porta immaginaria che si è spalancata mostrando non solo il "love metal" coniato da Ville Valo e gli HIM, ma un pò tutto il filone gothic, che mi ha dato modo di conoscere le discografie di Entwine, The 69 Eyes, To/Die/For e Sentenced, per citarne solo alcuni. "Join me" è l'illusione di un amore viscerale, profondo e capace di rendere la morte il tratto d'unione definitivo per renderlo eterno. Chiaramente ispirato allo Shakespeare di "Romeo & Juliet", è anche il sigillo perfetto alle tematiche care al gruppo finlandese, che caratterizzano tutte le loro produzioni.


9 - GEORGE MICHAEL - ONE MORE TRY
"Faith" fu uno dei primissimi compact disc che comprai. George Michael all'epoca era ancora una delle icone del pop degli anni ottanta, ed in effetti quell'album era perfetto sotto ogni punto di vista. Fu l'interpretazione vocale, e quel grido disperato nei passaggi in cui George canta "So I don't want to learn to hold you, touch you think that you're mine..." a farmi innamorare di questo lentone strappalacrime, tanto semplice quanto intenso. Sarà forse meno "cantabile" di tante altre canzoni d'amore, ma caspita:"One more try" trasuda amore e disperazione da ogni nota, ed a mio avviso proprio per questa introspettività, intima e sentita, merita di essere considerata come una delle ballad pop più riuscite di sempre.

 
10 - QUEEN - WHO WANTS TO LIVE FOREVER
Capolavoro assoluto. In quali altri modi si può definire questo pezzo dei Queen?
Bisognerebbe dedicargli un post completo, ed analizzarlo secondo dopo secondo.
Mi limito, qui, a citare il passaggio a cui sono più legato, quello che all'epoca fu come una pugnalata al cuore, e che ancora oggi è capace di farmi emozionare, fino al punto di commuovermi :"...But touch my tears, with your lips; touch my world, with your fingertips, and we can have forever, and we can love forever...Forever is our today...". Il brano è anche tratto dalla colonna sonora del film "Highlander", che ha dato vita a "A kind of magic", uno degli album-capolavoro dei Queen.


11 - THE CURE - LULLABY
In bilico tra l'horror, il misterioso e l'inquietante, "Lullaby" è un pezzo multistrato, dove un tappeto elaboratissimo di tastiere tesse una tela come quella del ragno gigante che vive negli incubi di Robert Smith. E' tratta da quello che è di gran lunga il miglior disco dei Cure, "Disintegration", ed è il secondo brano del gruppo inglese che inserisco in questa particolare classifica:è un risultato non da poco, perchè a parte Michael Jackson, sono gli unici ad essere stati selezionati due volte:questo li fa già entrare di diritto tra i miei gruppi preferiti in assoluto. Avevo già parlato di questa meraviglia sonora in un post dedicato ad Halloween, ed era evidente che l'avrei riproposta in una classifica delle mie migliori di sempre:perchè dovete sapere che l'uomo ragno ha sempre fame ("...The spiderman is always hungry..."), ed ancora oggi io sono lieto di dargli da mangiare lasciando suonare al mio stereo la sua sinistra ninna-nanna .

 
12 - PINK FLOYD - HIGH HOPES
Ho conosciuto i Pink Floyd ascoltando "The division bell". Il perchè è presto detto:quando mi avvicinai alla musica, ascoltandola seriamente, quel disco era appena uscito. "Keep talking" veniva suonata in radio, ma io spesso mi soffermavo sulla strumentale "Marooned" e su questa "High hopes" che uscì successivamente come secondo singolo. Ebbi anche modo di ascoltarla dal vivo dal balcone di casa dei miei genitori, quando i Pink Floyd portarono il loro tour di "Pulse" a Roma, a Cinecittà. "High Hopes" racconta anni di gioventù ormai andata, con tono sommesso e carico di emozione; anni in cui l'erba sembrava più verde, il cielo più luminoso, e circondati da tanti amici ci si sentiva veramente felici, completi, vincenti:"The grass was greener, the light was brighter, when friends surrounded the nights of wonder...". Quando si diventa adulti, quella magia svanisce, e le cose che girano intorno a noi si guardano in modo diverso, più distratto, più assente. 
Essere adulti significa perdere gran parte dello status di sognatori, a scapito del realismo che è necessario per poter sopravvivere. Ricordare le nostre origini, però, è sempre motivo di conforto, è un segno tangibile del percorso intrapreso che non può, e non deve, mai essere banale.


13 - GUNS'N'ROSES - NOVEMBER RAIN
Nove minuti di canzone senza mai una punta di noia nell'ascolto; che dire? Gli assoli di Slash (soprattutto quello nel finale, signori, da standing ovation) e la vena malinconica che pervade tutto il pezzo sono autentiche gemme incastonate nella storia della musica rock, e che vivono ancora nei ricordi di molti di noi. "November rain" è un pezzo complesso, una vera e propria opera rock iper-strutturata e dalle molteplici sfaccettature; fa anche un certo effetto, ogni novembre di ogni santo anno suonarla all'impazzata, in una giornata uggiosa. Oggi ti entra nell'anima come in quel lontano 1992, te la ribalta, e poi ti lascia libero, svuotato, attonito, mentre le parole finali risuonano ancora nella testa come un martello:"Don't ya think that you need somebody, Don't ya think that you need someone, Everybody needs somebody, You're not the only one, You're not the only one...".
Credetemi, ben poche canzoni (ed ancor di meno in campo rock e metal) hanno la capacità di abbinare emozioni di tale portata ad una resa sonora così imponente e di qualità.


14 - MICHAEL JACKSON - GIVE IN TO ME
Già, ancora Michael Jackson. E ringraziate che non ho selezionato venti pezzi solo suoi (un giorno lo farò, preparatevi). "Give in to me" è un altro pezzo che riporta Michael al rock più sanguigno, parente diretto di quel che è stata "Dirty Diana" in Bad. Alla chitarra c'è Slash, che offre due assoli meravigliosi nella seconda parte della canzone. Ma a colpirmi sin dal primissimo ascolto (quando ancora usavo cassette e Walkman) fu la melodia di accompagnamento alle strofe, ed ancora una volta la accattivante interpretazione di Jackson. In un secondo tempo, ho iniziato ad apprezzare anche le lyrics, che raccontano la storia di un uomo che cerca di tenere testa ad una donna risoluta e manipolatrice, ma che alla resa dei conti è in balìa dell'amore che prova per lei:"You always knew just how to make me cry, and never did I ask you questions why; It seems you get your kicks from hurting me, don't try to understand me, because your words just aren't enough...".
Il ritornello è una scarica di adrenalina continua, fino all'apoteosi finale in cui la chitarra prende il sopravvento sull'impianto generale. Non potevo non includerla anche se mi duole aver dovuto escludere altri pezzi di MJ che amo alla follia, come "Ghosts" e "Smooth criminal".


15 - HELLOWEEN - FOREVER AND ONE
Da poppettaro travestito da metallaro quale sono, non potevo non scegliere almeno un pezzo di una band tipicamente heavy. Però sono un romanticone, anche; e quindi ecco qui quella che considero la più bella ballad mai incisa in ambito metallaro. Inoltre, se non erro, ne avevo già parlato in un post dedicato a quelle che per me sono le più belle canzoni d'amore metal di tutti i tempi. "Forever and one" ha tutto:melodia, un bel testo disperato, ma anche carico di speranza ("...Did you see what you have done to me? So hard to justify, slowly is passing by..."), un ritornello da stadio, sferzate di chitarra elettrica che si aprono dopo due strofe in un assolo pazzesco e una prova vocale di Andy Deris sopra le righe, notevole sia a livello qualitativo che a livello di interpretazione. Ribadisco ancora una volta che nel metal si nascondono autentici gioielli sonori, ed innumerevoli lenti di gran lunga superiori a tanti classici del pop. "Forever and one" nè è un chiaro esempio.


16 - THE POLICE - EVERY BREATH YOU TAKE
Una volta ascoltato, quel giro di chitarra non me lo sono più tolto dalla testa. Ricordo, in una lontanissima estate, quando ero ancora un ragazzo inesperto di musica, che questo pezzo veniva gettonato in continuazione nel juke-box del lido dove io e la mia famiglia trascorrevamo le giornate al mare. Era un vero e proprio tormentone, e mi piaceva da matti tanto da spingermi ad investire il pochissimo (all'epoca) budget a disposizione per comprare il "Greatest hits" dei Police in cassetta. E lì, su quel lato B, io ascoltavo "Every breath you take" per poi premere il tasto rewind ogni volta che terminava:è stata un'operazione ripetuta centinaia di volte. Il giro di chitarra e la melodia portante vennero rielaborati a metà degli anni 90 anche da Puff Daddy - con un campionamento su una base hip-hop, per un toccante tributo a Notorius BIG - ma l'originale, ancora oggi, è presenza fissa in quasi ogni mia playlist. E non poteva, quindi, mancare in queste scelte.


17 - KEANE - EVERYBODY'S CHANGING
Ampiamente sottovalutata dal sottoscritto al momento della sua uscita, per poi rivalutarla negli anni successivi, "Everybody's changing" è diventata senza dubbio la canzone che - almeno analizzando il testo - più mi rappresenta. Nelle parole " So little time try to understand that I'm trying to make a move just to stay in the game, I try to stay awake and remember my name but everybody's changing and I don't feel the same..." è racchiusa tutta la mia ideologia, il mio modo di essere, la stordita determinazione della mia personalità. 
Perchè è la verità, io cerco di restare a galla nonostante il mondo intorno a me cambi, nonostante vada avanti seguendo percorsi diversi dal mio, nonostante spesso io abbia l'impressione di stare fermo, e per questo di non essere adeguato. "Non importa quanto sia stretta la porta, quanto impietosa sia la vita; Io sono il padrone del mio destino. Io sono il capitano della mia anima". In queste parole tratte dalla poesia di William Henley intitolata "Invictus", come in "Everybody's changing", si rispecchia in tutto e per tutto la mia essenza.
P.S. Sia la poesia che la canzone, casualmente, sono state citate ed utilizzate in "One tree hill", una delle mie serie preferite. Un caso? Non credo.


18 - MICHAEL JACKSON - WHO IS IT
La complessità dell'arrangiamento, gli archi che pervadono tutto il brano e la splendida interpretazione del Re del Pop hanno fatto di "Who is it" un vero e proprio capolavoro senza tempo. Probabilmente, è anche il pezzo più sottovalutato del suo repertorio, ma in cuffia è autentica poesia. Parla di tradimento, di promesse non mantenute ("And she promised me in secret that she'd love me for all the time, It's a promise so untrue, tell me what will I do?") , e di un amore capace di annullarsi nel dolore, pesante ed opprimente come un macigno tanto da sentirsi dannati e già morti ("I am the damned, I am the dead, I am the agony inside the dying head..."). Intensa, struggente, disperata:"Who is it" è una progressione sonora che mi ha accompagnato in tanti passaggi nella mia vita, la classica canzone che sembra parlarti di scorci di un passato vissuto in prima persona. Ed è così, che ti tocca l'anima.


19 - R.KELLY - IF I COULD TURN BACK THE HANDS OF TIME
A mio avviso, questa è la ballad soul per autonomasia. Toccante dall'inizio alla fine, con la voce di R.Kelly modulata in varie tonalità fino allo struggente "I love you" finale, ripetuto più volte, "If I could turn" è un'amara riflessione sulla perdita di una persona cara, accompagnata da mille rimorsi che restano nel cuore come un macigno. "Funny, funny how time goes by, and blessings are missed in the wink of an eye..." sono parole laceranti, che racchiudono un danno irreparabile. A distanza di un ventennio, riascoltarle e suonare un pò tutto il brano equivale a sentire ancora le vibrazioni sulla pelle e sui sensi che provai più di un ventennio fa, quando vidi lo splendido video in anteprima; un video che parte dalla fine, e che va tutto a ritroso per tornare al punto di partenza, prima che la concatenazione di eventi facesse precipitare la situazione. Sappiamo tutti che non è possibile fare una cosa del genere, ma qunato vorremmo avere, almeno una volta, un'occasione simile nella vita?


20 - METALLICA - NOTHING ELSE MATTERS
A molti fans dei Metallica non è mai andato giù il "Black album", che ancora oggi viene visto come l'inizio della fine di Hetfield e soci. Tanto odio verso questo disco nasconde ottusità, perchè per me è un grandissimo disco, e "Nothing else matters" è la "Stairway to heaven" dell'heavy metal. E' la canzone con cui i Metallica verranno sempre ricordati, e che è entrata di diritto nella storia della musica. 
Ok, questi non sono pezzi che ci si aspetta da un gruppo che ha profonde radici nel trash, ma come non si può non amare questa melodia, semplice e diretta? Cosa importa che sia commerciale?
La grande musica va riconosciuta, in qualsiasi forma essa sia.
"Nothing else matters" è autobiografica, getta uno sguardo al passato del gruppo, come se i Metallica avessero voluto fare un resoconto di quello che erano fino a quel punto della loro carriera. Ma è anche canzone universale, un inno di autostima, di sincerità, di fierezza:"So close, no matter how far, Couldn't be much more from the heart, Forever trusting who we are, And nothing else matters...". Quando, qualche anno dopo, uscì "S&M", un live con l'orchestra "San Francisco Symphony" di Michael Kamen, questo pezzo acquisì, alle mie orecchie, anche una seconda giovinezza.
Alla resa dei conti, doveva esserci tra questi venti brani.
Per forza.

(R.D.B.)