domenica 12 maggio 2019

PLAYLIST:NIRVANA

PLAYLIST:NIRVANA

Nevermind vinyl


Non sono qui nè per raccontare la storia di uno dei gruppi più importanti della musica degli anni novanta, nè per illustrarvi l'importanza e l'impatto che suddetto gruppo ha avuto non solo per il grunge - genere di cui sono stati eletti a simbolo - ma anche per il rock, tutto il rock, dalla A alla Z.
L'eredità che ancora oggi la loro musica, ed il loro controverso leader Kurt Cobain hanno lasciato è evidente e, a distanza di ormai venticinque anni, è più viva che mai. Con una manciata di album (tre, se escludiamo pubblicazioni live e raccolte varie) ed una serie di brani che sono stati consegnati alla leggenda come emblema di una generazione, e che rappresentano l'incarnazione di un nuovo periodo di ribellione contro il sistema ed i suoi falsi miti secondo solo a quello di fine anni sessanta delineato da Woodstock, i libri di storia della musica non possono non citare a caratteri cubitali questo nome:Nirvana.
Per avere un quadro generale della storia della band, vi rimando ad un esemplificativo articolo scritto da Claudio Fabretti per il sito di Onda Rock, che potete trovare qui:
NIRVANA - ROCK E DINTORNI
Quando "Nevermind" esplose in tutto il mondo, io ero un adolescente appena attratto dalla musica, senza nessun tipo di pregiudizio; ascoltavo di tutto, MTV passava raffiche di video ogni giorno, ed in assenza di internet era la fonte principale da cui attingere canzoni e nuove scoperte. Fu lì che scoprii per la prima volta "Smells like teen spirit", e mai avrei pensato che quel disco, con una curiosa copertina in cui un bambino immerso in una piscina è intento ad inseguire una banconota da un dollaro appesa ad un amo, sarebbe diventato un album storico e seminale per il rock.
All'epoca i dischi si potevano anche noleggiare, e ricordo che rimasi impressionato sin dal primo ascolto dalla vocalità di quell'artista biondo incazzato con il mondo, dal suo grido disperato ma allo stesso tempo distaccato che in altri passaggi si trasformava in sommessa indolenza e puro tormento. Registrai subito una cassetta, ma con l'arrivo del mio primo lettore cd, "Nevermind" divenne uno dei primi compact disc che mi affrettai a recuperare; quello stesso disco che, in mezzo a tanti altri, ed alternandolo ad una ristampa in vinile, ancora oggi vado a ripescare con ciclica frequenza.
Oggi ho voluto scegliere cinque brani tra i più rappresentativi della carriera dei Nirvana, e sono scelte che, come al solito, tengono conto sia del mio gusto personale, sia del profondo significato che hanno lasciato nel mio immaginario. E' un modo come un altro di celebrare il venticinquesimo anniversario della morte di Cobain appena passato, ed un ulteriore pretesto per riascoltare degli autentici capolavori senza tempo. Ciò che consiglio di fare a chiunque stia leggendo questo articolo è, dunque, di accendere lo stereo, afferrare le cuffie - se prediligete questo tipo di ascolto - e di premere il tasto "play" o lasciar correre la puntina del giradischi insieme a me.

1 - COME AS YOU ARE
Come as you are Japan 3-inch cd
Quel riff iniziale, che torna a rivestire il brano in più parti fino a caratterizzarlo in modo ossessivo, è stata la chiave per far entrare "Come as you are" nelle mie corde sin dal primo ascolto. Da lì in poi non è andato più via, è rimasto impresso come un tatuaggio che ogni tanto riguardi, con malinconia, ricordando il giorno in cui hai deciso di fartelo fare. Il potere di brani storici che trascendono le mode ed i gusti del momento è proprio questo, e non vi sto neanche ad elencare quante volte, preso da un raptus di irrefrenabile desiderio canterino, mi sono ritrovato ad intonare la frase "as an old memoria", vera e propria litanìa ipnotica che funziona anche come mantra per tenere a bada lo stress. 
Il tono dimesso della voce di Cobain, indolente ed inquieto allo stesso tempo, è l'esaltazione del messaggio che i Nirvana hanno sempre voluto trasmettere all'ascoltatore; la voglia di ribellarsi, di andare contro tutto e tutti pur sapendo che tanto non si otterrà nulla di migliorativo della condizione che si intende alterare, impotenza e quindi riflessione, rassegnazione, nostalgia. C'è tutto.
Il testo va chiaramente interpretato, e non preso alla lettera; lo stesso Cobain spiegò che con la frase "and I swear I don't have a gun" ("e giuro di non avere una pistola") voleva intendere di "non avere nessuno da cui nascondersi", e nonostante in alcuni passaggi risulti appararentemente contradditorio, il senso della canzone è abbastanza chiaro:essere sè stessi, sempre e comunque.
"Take your time, the choice is yours, don't be late, take a rest as a friend, as an old memoria" sono una serie di imperativi volutamente slegati fra loro, in contrapposizione alla libertà che viene professata dai Nirvana, che è chiaramente espressa dal titolo stesso del brano:"vieni come sei". Il pezzo, che contiene uno degli assoli più lunghi di Cobain (cosa che spesso tendeva ad evitare), rimane sommesso per quasi tutta la sua durata, con una coda leggermente in crescendo caratterizzata dalla voce campionata di Kurt, e da un tappeto sonoro lineare, liquido e decadente.
Il produttore Butch Vig (il musicista che in un secondo tempo fonderà i Garbage, e rifinitore anche dei primi lavori degli Smashing Pumpkins) ha svelato un curioso aneddoto sulla canzone:subito dopo l'assolo, Cobain che stava doppiando la sua parte vocale con la parola "memoria", sbagliò anticipando di una battuta l'attacco vocale, inziando a cantare "and I don't have a gun":i due decisero di lasciare inalterato il brano in fase di mixing, pubblicandolo così sul disco. Se volete andare a cercare questa curiosità all'interno della canzone con le vostre orecchie, prestate attenzione alla quarta volta che viene ripetuta la parola "memoria" dopo l'assolo di chitarra. Cobain, che era in cerca di un suono sporco e deciso, inizialmente rifiutò l'impostazione di Vig su diversi brani di "Nevermind", perchè troppo sofisticata e depurata, ma Vig alla fine riuscì a convincere i Nirvana sulla validità del progetto. "Come as you are" è chiaramente frutto di questo tipo di ragionamento, che è passato per diversi brani del disco ma non per tutti. Se volete farvi un'idea delle differenze fra il concept originale dei Nirvana e quello di Vig, qualche indizio lo potete andare a scovare nel box "When the lights go out", autentica miniera d'oro per chi è in cerca di approfondimenti musicali sul gruppo americano.
"Come as you are" venne scelto come secondo singolo tratto da "Nevermind", e nonostante il rischio di essere "oscurato" dalla potenza del suo predecessore "Smells like teen spirit", ottenne un notevole successo, contribuendo in maniera determinante alle vendite dell'album ed alla creazione del "mito Nirvana".


2 - PENNYROYAL TEA
Pennyroyal tea RSD 7''
"In Utero" è stata un pò la prova del nove per i Nirvana. Molti erano convinti che, alla luce del successo di "Nevermind", la band avrebbe virato su un sound ancora più commerciale, contravvenendo al ruvido stile grunge:non fu così, ed anzi, proprio con "In Utero" il gruppo confermò la propria identità, proponendo un lavoro coerente e solo leggermente più elaborato del precedente. "Pennyroyal tea" ha la struttura tipica di una canzone dei Nirvana, con una strofa delicata, dolente e sussurrata che porta ad un'autentica esplosione di rabbia nel ritornello. La parola "Pennyroyal" indica una particolare erba utilizzata per fare infusi il cui olio tossico, se assunto in grandi dosi, può portare alla morte. Le sue sostanze velenose, sono anche in grado di provocare aborti spontanei. E man mano che la canzone va avanti, nel testo non è l'unico dei veicoli autolesionisti che vengono passati in rassegna:
"I'm on warm milk and laxatives
Cherry-flavored antacids
Sit and drink Pennyroyal Tea
Distill the life that's inside of me..."
E' evidente come lo stato d'animo pessimista, probabilmente alterato dalle droghe, abbia influito alla composizione del testo ("I'm so tired I can't sleep" - "Sono così stanco che non posso dormire" non è forse indicativo di un malessere generale derivato dagli stupefacenti?); la capacità, il talento di Cobain e dei Nirvana sta nel trasmettere certe emozioni in musica,  e ci sono riusciti alla grande; perchè ascoltando il brano, quell'ansia, quel disagio, quell'inquietudine latente sono sensazioni che vengono a galla, una dopo l'altra. "Pennyroyal tea" venne scritta nel 1990, prima ancora della pubblicazione di "Nevermind"; non fu inclusa nell'album perchè ancora incompleta, e dopo essere stata suonata più volte dal vivo dai Nirvana negli anni successivi, venne scelta dal produttore Steve Albini per essere inclusa in quello che sarebbe stato il terzo (ed ultimo) lavoro in studio della band. Era previsto anche il lancio del singolo con tanto di video, ma non se ne fece più nulla in seguito al tragico suicidio di Cobain. Ciò nonostante, alcune copie promozionali del cd vennero distribuite alle radio ed alla stampa, ed oggi sono dei veri e propri oggetti da collezione. Il 45 giri che vedete nella foto, è una ristampa ufficiale messa in commercio nel 2014 in occasione del Record Store Day.


3 - LITHIUM
Lithium japanese cd single
"I'm so happy because today
I've found my friends they're in my head" ("Sono così felice oggi ho trovato i miei amici e sono nella mia testa"). Con queste strofe si apre un'altra pietra miliare di "Nevermind", creata sulla falsariga di gran parte delle altre composizioni up-tempo dei Nirvana. La potenza devastante del ritornello (non vi viene voglia di lanciare o spaccare qualcosa che avete a tiro quando lo cantate?) è sublime, ed esprime tutta la rabbia interiore di Cobain che - altro aneddoto regalatoci da Butch Vig - fu costretto a sospendere le sessions di registrazione dopo aver inciso il pezzo per aver perso la voce. Sebbene parti del testo facciano pensare ad un racconto dal punto di vista di una persona bipolare (il litio viene usato anche come medicina per la stabilizzazione dell'umore), sul suo reale significato ci viene incontro lo stesso Kurt, che spiegò in un'intervista che la canzone parlava di un uomo in cerca di sollievo nella religione dopo la morte della sua ragazza, e questo risulta chiaro dai versi "Sunday morning is everyday for all I care and I'm not scared, light my candles in a daze 'cause I've found God" ("Domenica mattina è ogni giorno di cui mi importa, e non sono spaventato, accendo intontito una candela perchè ho trovato Dio"). Il litio sarebbe in questo caso la religione, vista come unica ancora di salvezza; Cobain avrebbe anche affermato di soffrire di bipolarismo, e ciò induce a pensare anche che le sue parole siano fortemente allusive ed autobiografiche.
"Lithium" è stato uno di quei brani che mi ha letteralmente folgorato al primo ascolto, ed ho perso il conto di quante volte mi hanno strillato di abbassare il volume mentre la suonavo a ripetizione, ed ancora oggi posso affermare tranquillamente che la situazione non è cambiata:è evidente come questa canzone vada vissuta ogni santa volta al massimo della potenza permessa, perchè solo così diventa dannatamente liberatoria.


4 - THE MAN WHO SOLD THE WORLD
Nirvana Unplugged limited edition lp
L'epitaffio di Cobain è l'arcinoto "MTV Unplugged in New York", registrato pochi mesi che lasciasse questo mondo. Venata di malinconia e di cattivi presagi, la registrazione è un esempio raffinato di ciò che, in termini di qualità, l'emittente televisiva era capace di offrire in quegli anni sotto un profilo strettamente musicale:nei set acustici abbiamo potuto apprezzare le performance di gente del calibro di Eric Clapton (che, al pari dei Nirvana, si è portato a casa anche un grammy per il relativo disco), R.E.M., Bob Dylan, Bruce Springsteen e Pearl Jam. La setlist di Cobain e soci è carica di passaggi memorabili, seppur in netto contrasto con la proposta delle altre icone del rock:poche hit da classifica (se ne contano una manciata, tra cui "All apologies" e "Come as you are"), splendidi brani del loro repertorio allora poco conosciuti al grande pubblico ("Dumb", e finalmente "Rape me", che la band intendeva già proporre qualche un paio di anni prima in un uno show degli MTV Music Awards, prima che venisse proibita dagli organizzatori), e molte cover sparse qui è lì di pezzi di Vaselines e Meat Puppets (band di cui Cobain si è sempre dichiarato fan sfegatato), per arrivare a due vere e proprie gemme che di per sè, valgono l'intero disco:l'intensa interpretazione del blues tradizionale "Where did you sleep last night", con un Kurt ispirato dall'angoscia e dal tormento che solo un brano del genere può trasmettere, e "The man who sold the world", pezzo originariamente scritto ed inciso da David Bowie
La mia scelta è ricaduta proprio su questa. Un pò perchè credo che la traccia audio del cd (per fortuna il vinile che vedete in foto è arrivato molto dopo) stia quasi per svanire per quante volte è stata suonata dal mio stereo, ed un pò perchè non mi sembra un'eresia dire che la versione acustica dei Nirvana sia persino migliore dell'originale (che resta comunque un brano con i controfiocchi, sia ben chiaro). Mentre scrivo, mi permetto di riportare qui parte del testo per poterla cantare:
"We passed upon the stair
We spoke of was and when
Although I wasn't there
He said I was his friend
Which came as a surprise
I spoke into his eyes
I thought you died alone
A long long time ago
Oh no, not me
We never lost control
You're face to face

With the man who sold the world..."
Ciò che rende speciale questa rilettura è, neanche a dirlo, la voce di Cobain che, posta in risalto dalla spoglia strumentazione di accompagnamento, è capace di trasmettere inquietudine, indolenza, speranza e rassegnazione allo stesso tempo, mentre la musica scorre come una delicata carezza che fa venire i brividi tutte le volte che la si ascolta. Se un disco "unplugged" viene inserito tra i 500 miglior album di sempre dalla rivista Rolling Stones, un motivo c'è. Questo è un album da avere, da vivere, da consumare, senza "se" e senza "ma".


5 - SMELLS LIKE TEEN SPIRIT
Smells like teen spirit 12''
Beh, non poteva mancare l'inno di una generazione, la canzone portabandiera di un intero movimento e la pietra miliare da cui è nata la rivoluzione non solo musicale, ma anche sociologica targata Nirvana. "Smells like teen spirit" è una di quelle canzoni predestinate al successo e baciate da un so che di divino; tutti gli accordi al punto giusto, il magnetico "gancio" ("Hello-hello-hello-hello-How-Low") che spalanca le porte ad un ritornello scatenato che non può non entrarti in testa sin dal primo ascolto. E' punk, è metal, è pop e per questo ha messo d'accordo un pò tutti, superando i confini di un genere e di una fetta di aficionados e divenendo una hit globale che ha portato il nome "Nirvana" alla ribalta. Cobain iniziò a lavorare sul brano solo poche settimane prima di dare alle stampe "Nevermind", e sebbene il riff iniziale venne etichettato da Novoselic e Grohl come banale e stereotipato, la band iniziò a provarlo prima rallentando il ritmo, e poi aggiungendo le armonie vocali. Il titolo è ispirato da una frase che scrisse Kathleen Hannah (la cantante del gruppo Bikini Kill ed in quegli anni amica intima di Kurt) con una bomboletta spray sul muro della casa di Cobain. Ignorando il riferimento ad un profumo che all'epoca andava di moda, il leader dei Nirvana interpretò il termine "teen spirit" alla lettera, intendendo quello spirito adolescenziale come anarchico e rivoluzionario. "Stavo cercando di scrivere la canzone pop definitiva" ha dichiarato Cobain in un'intervista a Rolling Stone, ammettendo sia l'ispirazione allo stile dei Pixies (gruppo di cui l'artista ha più volte affermato di essere fan) sia la somiglianza all'arcinoto pezzo dei Boston, "More than a feeling". Sempre a proposito della creazione del pezzo, Cobain ha dichiarato che dai Pixies deriva anche quello che poi diventerà un marchio di fabbrica del gruppo:"Abbiamo seguito il loro senso della dinamica, con una partenza soft per arrivare ad una parte più rumorosa e più dura".
Butch Vig, il produttore di "Nevermind", ricorda che nonostante non fosse chiaro il riferimento di gran parte testo, "il senso di frustrazione ed alienazione che ne traspare è potentissimo, ed è riuscito a incidere nell'immaginario dei ragazzi degli anni novanta provocando un effetto pari a quello delle canzoni di Bob Dylan per la generazione degli anni sessanta".
Il successo di "Smells like teen spirit" nasce infatti dalle radio universitarie, e si evolve in seguito con la trasmissione del videoclip su MTV che ne intuì il potenziale ed iniziò a passarla in heavy-rotation; nel giro di pochi mesi diventa virale e non è difficile immaginare come abbia trovato terreno fertile in una generazione sfiduciata, frustrata ed infastidita dai lustrini degli anni ottanta, dove tutto era plastificato e montato ad arte in un'apparenza priva di sostanza.
Nel recentissimo libro "Serve the servant - Remembering Kurt Cobain", Danny Godlberg (ex manager dei Nirvana) offre un'ulteriore spunto riguardo al significato di "Smells like teen spirit":"[...] i fan della band non avevano problemi a comprendere il significato di versi come "with the lights out it's less dangerous, here we are now, entertain us" ("con le luci spente è meno pericoloso, adesso siamo qui, fateci divertire")". Secondo Goldberg, la canzone funzionava "proprio per il suo carattere liberatorio:non sei come tutta quella gente controllata dal sistema, sei diverso. E non sei solo. Chi apparteneva alla mia generazione poteva non capire le parole, ma i giovani fan dei Nirvana le impararono a memoria. Quella canzone è diventata leggenda grazie al testo".

Spesso, mi fermo a riflettere su cosa sarebbero oggi i Nirvana se Kurt fosse ancora vivo. E' una fantasticheria che faccio un pò su tutti i grandi che ci hanno lasciato prematuramente, e sebbene sia un peccato che lo spettacolo si sia interrotto in modo brusco, nel suo caso più degli altri mi rendo conto che sia più corretto rivivere quelle poche emozioni impresse sui loro dischi piuttosto che immaginarne altre.
In utero 2013 mix vinylParlando di Cobain, Goldberg nel suo libro esprime un concetto che merita di essere citato:"Secondo alcuni il successo di un artista rock è soprattutto una questione di fortuna, di tempismo, di marketing o di ambizione. In ogni caso, penso che il talento di Kurt possa essere spiegato dalle parole che nel documentario "Chasing Trane" Sonny Rollins usa per descrivere John Coltrane:per suonare a quei livelli devi essere toccato da...qualunque cosa.[...] Io credo che anche Kurt da ragazzino sia stato toccato da qualunque cosa, e lo sapeva".
Mi riecheggia nella testa l'ultima frase scritta dal leader dei Nirvana prima di togliersi la vita,"It’s better to burn out than to fade away" ("meglio bruciarsi che svanire"), che è uno stralcio del testo della canzone di Neil Young "Hey hey, my my"; qui è racchiusa l'essenza di ciò che egli voleva lasciare di sè stesso a questo mondo.
Rileggere oggi questo messaggio è motivo per me di profonda tristezza, perchè all'epoca non mi resi conto di quanto fosse grave la perdita di un'artista come Kurt Cobain, ormai entrato di diritto nell'elenco dei miti maledetti della musica:la profondità delle sue opere, dei suoi manoscritti, del suo voler essere un'anti-rockstar per preservare il suo essere prima ancora dell'arte, è paragonabile a quella di Jim Morrison, di John Lennon, di Elvis Presley. Miti che hanno lasciato un segno iconico che non tramonterà mai. Oggi però, Kurt Cobain ai miei occhi è diverso dagli altri; non ho potuto vivere in prima persona Woodstock, non ero nato quando ci sono stati i Beatles, ed ero troppo piccolo per godermi le prime innovazioni di Michael Jackson. Kurt lo sento più "mio" perchè l'ho vissuto, ed anche se agli albori della mia entrata nel mondo delle sette note, ciò mi ha permesso di toccare con mano la nascita e la breve rivoluzione che i Nirvana hanno portato al grande amore della mia vita, la musica. E questa rivoluzione in qualche modo, mi ha regalato la possibilità di mettermi in tasca un pezzo leggendario -  forse l'ultimo davvero rilevante - della sua epopea.

(R.D.B.)