lunedì 14 maggio 2018

PLAYLIST:MADONNA #2 - CRAZY FOR YOU:THE BALLADS

PLAYLIST:MADONNA #2 - 
CRAZY FOR YOU:THE BALLADS


C'è un mazzo di rose rosse, lì, posato sul tavolo. Sono tutte belle, con i petali socchiusi, cariche di colore e con i gambi lunghi:rubano l'occhio, e rilasciano un profumo intenso, quasi ipnotico.
Alle rose possono essere paragonate molte delle canzoni d'amore di Madonna, per la loro delicatezza e bellezza disincantata, al limite della perfezione. Ecco perchè sceglierne una manciata è stato come comporne un piccolo mazzo dai diversi colori, pescando le migliori.
Chiaramente, non è stata una scelta facile, ma sono soddisfatto degli esemplari che ho selezionato, e sono certo che almeno uno di questi sarebbe stato scelto da quasi tutti.
La ballad è senza dubbio una specialità di casa Ciccone:sin dal primo album, l'artista di origini italiane ha dato dimostrazione di muoversi in un ambiente consono alle sue capacità interpretative e tagliato su misura per la sua voce; "Crazy for you", la canzone che da il titolo al post, non è entrata in questa scaletta per un soffio, ma proviene proprio dai primissimi anni di carriera.
Da lì in poi, quasi ogni album e diverse colonne sonore ci hanno regalato perle di alto spessore:come dimenticarsi di "You must love me", inedito tratto dal musical "Evita"? E di quella meraviglia che è "This used to be my playground", love song del film "A league of their own" (in Italia chiamato "Ragazze vincenti")? L'elenco potrebbe essere sterminato:"The power of goodbye" è un'altra grande esclusa da questa playlist, e persino la recentissima "Ghost town", pur essendo una spanna sotto alle hit appena citate, avrebbe meritato un posto in una scaletta del genere. Purtroppo lo spazio è limitato, e dopo un'attenta analisi e tanti ripensamenti, credo di essere riuscito a tirare fuori un perfetto riassunto sonoro che comprende non solo dei grandi classici, ma anche delle chicche di cui sono letteralmente innamorato. Anzi, per dirla tutta, ho lasciato più spazio a quest'ultime, perchè in una playlist di canzoni d'amore, sarebbe da scellerati non ascoltare il cuore ed i suoi ricordi. 
Perciò, ecco qui le 5 ballads di Madonna che ho scelto, e per completezza mi è sembrato giusto rendere omaggio anche a "Something to remember" (che vedete nella foto sopra, nella sua edizione giapponese), raccolta "a tema" pubblicata dalla regina del pop nel 1995.
Vi avviso:in quel cd solo due delle mie cinque canzoni hanno trovato posto in questa chiacchierata, a dimostrazione di quanto ampia, faticosa e studiata sia stata la mia scrematura.

1 - LIVE TO TELL
Non ho nessun dubbio, e credo di non poter essere definito eretico nel considerare "Live to tell" il lento più riuscito dell'intera carriera di Madonna. Si tratta di quasi 6 minuti di autentica poesia musicale, di altissimo spessore anche sotto il profilo compositivo. Nasce da una forte delusione, raccontata dal punto di vista di una donna nei confronti di un uomo poco onesto nei suoi confronti; "A man can tell a thousand lies, I've learned my lesson well, hope I live to tell the secret I have learned, 'till the it will burn inside of me..." recita il ritornello,  interpretato in modo sublime, con voce quasi sottomessa dalla delusione, dalle riflessioni, dalla sofferenza.
L'amarezza che nel cantato di Madonna emerge in modo netto, limpido e toccante, diverrà da questo momento in poi un tratto distintivo di tante altre produzioni a venire.
E'un inno generazionale, nel quale tante donne si sono rispecchiate e continuano tutt'ora a ritrovarsi, sebbene Madonna stessa in un'intervista gli abbia dato un significato più ampio allargandolo ad un concetto legato ai rapporti famigliari, ed alla mancanza di sincerità che cela abusi ed inganni, logorando l'animo:"Durante la scrittura del testo della canzone, riflettevo sul rapporto con la mia famiglia e alle bugie che abbiamo continuato a dirci. La canzone invita ad essere forti, e si interroga se puoi essere davvero forte o se semplicemente sei costretto a sopravvivere".
L'impianto melodico è magistrale, scandito da passaggi ritmici di batteria sintetizzata, da un arpeggio di chitarra acustica ed arrangiamenti tastieristici che ad un tratto si placano, come se quello scontento che viene narrato prendesse il sopravvento; è la perfetta introduzione ad un bridge da brividi, che non mi stancherei mai di ascoltare:"If I ran away, I'd never have the strength to go very far, how would they hear the beating of my heart? Will it grow cold the secret that I hide, will I grow old? How will they hear? When will they learn? How will they know?...".
Primo singolo estratto dal capolavoro "True blue", "Live to tell" è una ballata universale, riconoscibilissima sin dalle prime note e definita dai critici un vero e proprio capolavoro. Imprescindibile, quindi, non solo in una compilation di lenti della regina del pop, ma in ogni playlist del genere che si rispetti.

2 -THE LOOK OF LOVE
Ed ecco una delle due scelte più ricercate in questa piccola selezione; "The look of love" è uno dei quattro inediti contenuti nella colonna sonora di "Who's that girl?", film trascurabile con Madonna protagonista, uscito nel 1987. Pur essendo uscita come singolo, questa ballad spesso non viene considerata tra le migliori produzioni di madame Ciccone, eppure meriterebbe tutt'altra considerazione. Perchè?
Beh, intanto non è una canzone dalla struttura banale:a partire dall'effetto "stereo" dell'arrangiamento che in cuffia passa da un lato all'altro, fino ad arrivare a chitarra e tastiere che duellano ad armi pari in un connubio perfettamente riuscito. Poi, la melodia è vincente ed il ritornello facilmente memorizzabile, elementi che fanno sì che "The look of love" risplenda di luce propria grazie all'atmosfera che riesce a creare:un'atmosfera sensuale, delicata ed a tratti persino erotica, rendendola una canzone perfetta per fare l'amore.
"Nowhere to run, nowhere to hide from the look of love, from the eyes of pride nowhere to go, no place to run from the look of love, now I've come undone..." è ciò che scandisce Madonna nel refrain, ma leggendo una qualsiasi delle strofe si intuisce chiaramente quanto, a differenza di numerosi pezzi capaci di scadere in banali sentimentalismi, qui si racconti una storia, pur sempre amara, ma in modo del tutto originale:"I've had a map laid out from the day I was born, but the roads are blocked and the paper is worn and all the books I've read and the things I know never taught me to laugh, never taught to let go...". Ancora delusione, quindi, con le riflessioni di una donna incapace di uscire vincente di fronte all'amore, che quando assale i sensi è come un treno ad alta velocità che si schianta sul tuo essere, ti confonde, ti priva di ogni difesa ("Like a train you'd come and I'd lose my place, now I'm on this trip, I took a fall from grace..."). Quando, circa 25 anni fa, mia zia mi regalò per il compleanno la cassetta di "Who's that girl" insieme a quella di "Fear of the dark" degli Iron Maiden (da notare, già allora, la varietà di generi), rimasi immediatamente colpito dall'intensità di "The look of love", tanto da premere il tasto rewind più volte per riascoltarla. Da quel giorno, non è mai più andata via dalle playlist dei miei lettori. So benissimo che molti non ricordano o addirittura ignorano questo pezzo meraviglioso; il mio consiglio spassionato è quello di recuperarlo e concederglieli una chance:non ve ne pentirete.


3 - YOU'LL SEE
In una qualsiasi compilation di ballads sofisticate ed eleganti, "You'll see" troverebbe senz'altro il suo posto. E' un pezzo di alta classe, impreziosito da un brevissimo giro di chitarra di chiara estrazione ispanica, accompagnato da uno sfondo di tastiere ipnotiche su cui si muove la voce di Madonna. Qui, Louise Veronica Ciccone offre un'interpretazione suggestiva, fine e meravigliosamente ispirata. Dopo due strofe ed altrettanti ritornelli, la canzone sale di tono, subentra la batteria e diventa persino trascinante nel suo incedere, a completamento di un pezzo sui generis di notevole fattura. Ancora una volta, protagonista è una persona amareggiata che si rivolge ad una metà che non fa più parte della sua vita; a differenza della donna ingenua e disillusa che parlava in "Live to tell", ora c'è però una donna matura, che reagisce con orgoglio all'abbandono ed al tradimento:"You think that I can't live without your love...You'll see. You think I can't go on another day, you think I have nothing without you by my side...You'll see somehow, some way...".
Anche qui è celato un chiaro messaggio autobiografico, dove emerge una certa consapevolezza nei mezzi e nei pensieri di quella che è una donna quasi quarantenne, che già ha vissuto sulla propria pelle dolori e delusioni, e che ora sa come affrontarli. Di pari passo, anche l'interpretazione vocale di Madonna è più coraggiosa, ed a tratti persino più rabbiosa di quelle dei lenti degli anni ottanta. "You'll see" è uno degli inediti della raccolta "Something to remember", ed in mezzo a tanti classici del passato di notevole spessore, non sfigura; anzi, ne pareggia il livello, a tratti arrivando persino a superarlo.


4 - MASTERPIECE
Negli ultimi dischi di Madonna c'è pochino da salvare. Ma stiamo comunque parlando sempre della regina del pop, ed in mezzo a tante proposte così così, il colpo di coda del fuoriclasse alla lunga viene sempre fuori; "Masterpiece" - come suggerisce lo stesso titolo - è un grandissimo pezzo, di notevole impatto, che va ad accostarsi di diritto tra i capolavori di Louise Veronica Ciccone.
Il pezzo è tratto dalla colonna sonora del film "W.E. - Edward e Wallis" (che non ho ancora avuto modo di vedere), motivo per il quale si è guadagnato un Golden Globe come "miglior canzone originale", e solo in un secondo tempo è stato pubblicato nell'album "MDNA" del 2012. In questo contesto, rimane un brano a sè stante, totalmente slegato dai bassi pulsanti e dalle produzioni basate su sintetizzatori ed elettronica dell'intero disco. Nel brano, Madonna canta del dolore che si prova nell'essere innamorata di una persona inarrivabile, perfetta, un re che è paragonato ad un'opera d'arte, come dice nel testo: "If you were the Mona Lisa You'd be hanging in the Louvre, Everyone would come to see you, You'd be impossible to move (Se tu fossi la Mona Lisa, saresti esposto al Louvre, tutti verrebbero per vederti, ti sarebbe impossibile muoverti). In realtà, questa persona viene descritta più avanti anche come umana, e sebbene al momento sia senza difetti ed inavvicinabile, nulla è indistruttibile e nessuno è indenne al passare del tempo:
"And I'm right by your side
Like a thief in the night I stand in front of a masterpiece
And I can't tell you why it hurts so much 
to be in love with the masterpiece
Cause after all nothing's indestructible..."
Sul piano musicale, "Masterpiece" è un mid-tempo scarno ed essenziale, sul quale si muove sinuosa una chitarra acustica che è leit-motiv dell'intero pezzo, al quale vengono applicati degli inserti orchestrali da brividi. Se mai ce ne fosse stato bisogno, con questo pezzo Madonna ha rivendicato il suo status di regina, perchè fior fior di artisti farebbero la fila per proporre un brano di tale levatura al proprio pubblico.


5 - TIME STOOD STILL
"Time stood still" è un lentone poco noto al grande pubblico, tratto dalla colonna sonora di "The next best thing", film con Rupert Everett di cui Madonna è anche protagonista. Si tratta di un ballad delicatissima, diafana come una fatina bionda dalle ali trasparenti, che si posano con dolcezza sulle orecchie dell'ascoltatore. La chitarra acustica è la guida dell'impianto sonoro, sul quale entrano da subito delle splendide aperture tastieristiche ed orchestrali a completarlo con maestria; nonostante possa sembrare un brano sovraccarico di sfumature, l'arrangiamento è splendidamente realizzato tanto da non saturare mai l'ambiente in cui si muove. 
Ne viene fuori un altro esempio di lento raffinato ed allo stesso tempo d'impatto, capace di lasciare l'ascoltatore ipnotizzato fino al termine dei quattro minuti scarni della sua durata:"Despair regret and loneliness is what I feel for you...I've loved you from the very start, what else could I do? You read my mind you made me cry, time stood still...". Sono parole sentite e sofferenti che, ancora una volta, raccontano la fine di un rapporto (sentimentale o di amicizia) ma senza rancore, con una delusione mista a dolcezza; avete presente quei ricordi che, seppur bellissimi e spesso accompagnati da un sorriso, ci fanno star male e lasciano un vuoto misto ad amarezza per qualcosa (o qualcuno) che non abbiamo più? 
Ecco, è questa la malinconia che trasmette "Time stood still"; una malinconia persistente, ma volutamente cercata, perchè capace di "far fermare il tempo". Per quel che mi riguarda, tutto ciò è quel che rende questo pezzo speciale:è uno granellino di vita vissuta, che mi riporta a dei fine settimana primaverili in una casa di montagna, in compagnìa di un gruppo amici; all'epoca, nel lettore cd suonava in continuazione la soundtrack di "The next best thing", e sia "Time stood still" che "Why does my heart feel so bad?" di Moby (altro pezzo incluso nel disco) sono diventate le cartoline sonore di quei giorni bellissimi e spensierati, trascorsi insieme a (poche) persone che ancora oggi frequento, mentre altre (tante) si sono allontanate prendendo strade diverse.
Il film da cui è tratto il brano, a differenza della stragrande produzione cinematografica della regina del pop, è una commedia carina e ben riuscita:il connubio tra Madonna e Rupert Everett è azzeccato, ed i due attori offrono una prova notevole dando vita ad un film che, pur nella sua semplicità, merita di essere visto.

Una cosa deve essere chiara:Madonna meriterebbe almeno altri due articoli del genere, e le canzoni si potrebbero facilmente raddoppiare. Non escludo, un giorno, di tornarci su e di riallacciarmi a questo discorso, magari prendendo in considerazione qualche altra gemma che l'indiscussa regina del pop riuscirà, in un futuro prossimo, ad estrarre dalla sua corona. 
Si potrebbero scrivere fiumi di parole su un'artista come lei, trasversale, iconica, versatile, dall'immenso talento; in parole povere, un'autentica leggenda vivente. Il suo saper stare sul palcoscenico da cantante, ballerina, regista, scenografa, autrice, fotografa e produttrice tutto in una volta è prerogativa di pochi, pochissimi personaggi dello showbiz, molti dei quali ci hanno già lasciato. Le sue canzoni sono ancora oggi delle hit, le canticchiamo tutti sotto la doccia e si ascoltano ancora in radio e nelle discoteche di tutto il mondo, spesso accompagnate da un'ovazione. 
I suoi concerti sono sempre sold-out, perchè nessuno ha dimenticato il ritornello di "Papa don't preach", e tutti ballano ancora sulle note di "Material girl". Madonna oggi ha 60 anni, ma quando sale su un palco è ancora la ragazza che decenni fa si definiva "Like a virgin". Perciò non lasciatevi ingannare dal tempo che passa, o da qualche passo falso:la regina è ancora sulla cresta dell'onda. C'è sempre stata.
E ci sarà ancora per molto tempo.

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