lunedì 14 maggio 2018

PLAYLIST:MADONNA #1 - INTO THE GROOVE:THE DANCE MIX

PLAYLIST:MADONNA #1
INTO THE GROOVE:THE DANCE MIX

 
Era inevitabile, e prima o poi sarebbe dovuto succedere:qui si parla di ogni genere di musica, si spazia tra metal, rap e pop ma questo blog è ancora un neonato, con tantissime cose da dire e tanti grandi nomi ancora da snocciolare. E' un pò che mancavo da queste parti, e così ho deciso di tornare a scrivere proponendo uno dei miei pezzi forti (le famose playlist) e tirando fuori dall'archivio la più grande artista donna che l'industria musicale abbia mai conosciuto; e così, ecco un doppio post dedicato alla regina del pop, Madonna. Regina il cui trono risplende ancora oggi, dall'alto di una carriera ormai quarantennale costellata da successi, cambi di immagine, stravolgimenti di stile e sempre sul filo del "politically correct". 
Di grandi star, ce ne sono quante volete. Di splendide voci, senz'altro migliori di quella dell'artista italo-americana, idem. Eppure Madonna resta inarrivabile, per il suo essere camaleontica ed istrionica; per essere sempre al passo con i tempi, intuendo ed anticipando le mode; per la sua capacità di reinventarsi, e di porsi sempre al centro dell'attenzione dei media e del pubblico.
La carriera discografica di miss Louise Veronica Ciccone non è sempre stata sullo stesso, altissimo livello:dagli anni 90 in poi, è andata avanti a fasi alterne, con dischi di grande successo seguiti spesso da prove poco esaltanti, da cui (bisogna dargliene atto) è riuscita poi sempre a risorgere. Come l'andamento del mare, che lascia infrangere la propria onda sulla spiaggia per poi ritrarsi e prepararne un'altra, ed un'altra ancora, Madonna è sempre tornata in auge dopo un apparente periodo di ripiegamento.
E così, ad una decade (quella degli anni 80), dove la popolarità della cantante di origini italiane è andata in crescendo (con il boom dell'esordio del "First album" che in realtà si intitola semplicemente "Madonna", bissato da "Like a virgin" e dal capolavoro "True blue"), Madonna si affaccia al nuovo decennio con in tasca il successo planetario di "Like a prayer". Uscito nel 1989, il disco raggiunge vendite stratosferiche sebbene venga etichettato provocatorio e blasfemo per l'attacco "oltraggioso" al cattolicesimo (sto scrivendo in tono ironico, chiaramente:un'affermazione del genere faceva ridere vent'anni fa, figuriamoci oggi); il video della title track è il primo chiaro segnale di come la Ciccone puntasse decisamente ad alzare il tiro sul piano della comunicazione; nel 1992 con "Erotica" va a toccare la sfera sessuale in modo forse troppo esplicito per gli standard dell'epoca:il disco non viene capito a fondo, e non riscuote il successo sperato. Anche il successivo "Bedtime stories" è un mezzo passo falso, nonostante sia capace di sfornare due brani notevoli come "Secrets" e "Take a bow" (scritta con Babyface). E' di quegli anni anche il singolo "Human nature", trasgressivo e per questo rivoluzionario, perchè capace di sfondare la porta dei tabù sessuali, del fetish e della libertà di espressione:tutti elementi che verranno poi sfruttati da decine di artisti, e che ancora una volta pone l'accento su Madonna come autentica precorritrice delle mode, oltre che innovatrice artistica. 
Eppure in quegli anni molti già la davano per spacciata, declassandola ad "ex" icona mentre star del calibro di Celine Dion e Mariah Carey si affacciavano sulla scena della musica popolare. Grazie ad un nuovo cambiamento di immagine, e ad un nuovo indirizzo a livello di produzione (dovuto a William Orbit, autore già di alcuni remix), con "Ray of light" Madonna riesce a riconquistare il pubblico, rilanciando una carriera che sembrava in declino. Il successivo "Music" trasforma l'elettronica d'atmosfera del precedente lavoro in un qualcosa di sintetico, e pur cavalcandone l'onda non riesce a coprire le molte falle di un disco imperfetto. L'esperimento in quella direzione le sfugge di mano con il seguente "American life", che spinge sintetizzatori ed elettronica in maniera talmente esagerata da divenire un mezzo fiasco (anche se, a mio parere "Love profusion" e "Mother and father" restano dei brani eccellenti). Qui entra di nuovo in ballo la capacità di architettare l'ennesima metamorfosi del personaggio Madonna:rielaborando il concetto di musica dance - che è sempre stato uno dei pezzi forti della sua produzione - Louise Veronica Ciccone tira fuori dal cilindro l'ennesimo rilancio artistico con "Confessions on a dancefloor", che fa ballare mezzo mondo sulle note di hit come "Hung up", "Sorry" e "Get together". 
Gli ultimi 3 lavori in studio non hanno lasciato tracce memorabili:"Hard candy" è stato abilmente salvato da Timbaland e Pharrell, due dei migliori produttori tutt'ora in circolazione, mentre "MDNA" e "Rebel heart", alla resa dei conti, si sono guadagnati la palma di peggiori album dell'intera discografia dell'artista (nonostante entrambi abbiano tirato fuori almeno un paio di pezzi di spessore). E' lecito, quindi, aspettarsi a breve giro di posta un nuovo rilancio in grande stile della regina del pop; nell'attesa che la fenice rinasca dalle proprie ceneri, e che la storia della più grande artista pop continui, abbiamo un numero sterminato di canzoni di altissimo profilo per le quali non basterebbe un "greatest hits" in triplo cd. Come già avvenuto in passato, nonostante una certosina opera di scrematura non sarebbe bastata una selezione di cinque misere canzoni per una playlist. Ne ho quindi preparate due, una dance ed una di canzoni d'amore, e visti i classici che ho dovuto tralasciare, di certo ne avrei potute tirare fuori almeno il doppio.
Molti di quelli che leggeranno le mie scelte non saranno d'accordo, ma il bello di queste scalette è proprio questo:ad ognuno la sua, in base ai propri gusti, ai ricordi, alle emozioni che ci legano a pezzi che, comunque, hanno fatto la storia del pop. 
Entrambe le playlist hanno come titolo una canzone di Madonna che non troverete nelle mie selezioni:è una scelta non casuale, fatta come tributo a due dei brani che per ragioni di spazio non ho potuto inserire nella selezione finale, ma che ci sarebbero potuti entrare di diritto. E così, qui, in questa "Into the groove" ho raggruppato una manciata di pezzi movimentati, di cui almeno tre sono grandi classici della musica popolare (devo nominarli?),  mentre uno rappresenta una scelta del tutto personale ("Erotica", poi vi dirò perchè), e l'ultimo una vera e propria sorpresa. Questi pezzi, per un motivo o per l'altro hanno lasciato un segno indelebile nei miei lettori cd e nel mio giradischi, e dopo tanti anni sono ancora ospiti fissi delle mie playlist. Ognuno proviene da un album diverso, e dalle epoche più disparate della carriera di Madonna:è un paletto necessario, questo, che mi ha permesso di rendere la scelta più equa e il più bilanciata possibile. Spero che la mia analisi vi piaccia.


1 - LIKE A PRAYER
Come accennato in precedenza, "Like a prayer" è stata, nel 1989, una canzone che fece chiacchierare molto soprattutto in seguito alla prima trasmissione del video:una donna è testimone dell'omicidio di una ragazza da parte di alcuni attivisti della supremazia bianca, e vede che per il crimine viene invece arrestato un uomo di colore. Sconvolta, la donna si rifugia in una chiesa e da lì in poi si susseguono immagini con alcuni simboli cattolici, come le stigmate e le croci che bruciano in stile Ku-Klux-Klan mentre lei prega davanti alla statua di un santo nero. Subito dopo la sua pubblicazione il vaticano ha condannato il video, mentre gruppi di famiglie e di religiosi hanno protestato contro la sua programmazione. Tutto ciò ha portato acqua al mulino della cantante e del brano, pubblicità di cui non aveva neanche bisogno visto il successo immediato. Già acclamato dalla critica, "Like a prayer" è una degna rappresentazione del synth-pop degli anni 80, molto danzereccia e dal ritornello immediato; ciò che lo eleva allo status di capolavoro è l'introduzione del coro gospel, tanto azzeccata quanto inaspettata per un'artista bianca (eh già, perchè in quegli anni oltre ai bacchettoni religiosi c'era ancora una forte distinzione fra i colori della pelle).



La peculiarità di "Like a prayer" è che è praticamente tutta un ritornello; sin dalle prime battute se ne intuisce il potenziale commerciale, tant'è che sfido chiunque a non aver mai canticchiato o fischiettato l'intro, dove Madonna intona uno dei leit-motiv della canzone su una base di organo da chiesa:
"Life is a mystery, everyone must stand alone, I hear you call my name, and it feels like home..."
Entrano le percussioni, il ritmo pompa e "Like a prayer" si trasforma in un vortice della durata di quasi sei minuti (che passano come se fossero soltanto due) in cui sono racchiuse diverse soprese e cambi di tempo. Splendido il doppio bridge interpuntato dal gospel che fa da battistrada al gran finale, ed in cui si affaccia una chitarra elettrica appena accennata. Se c'era un brano da inserire in questa sede su cui non ho avuto dubbi, quello è stato senz'altro "Like a prayer". I remix contenuti sia nella versione 12'' che nei cd singles meritano di essere ascoltati; offrono, infatti, varianti interessanti della struttura della canzone senza stravolgerla, anche grazie all'utilizzo degli arrangiamenti e degli strumenti originali. Queste versioni donano nuove chiavi di lettura a quello che, in tutte le salse ed in tutte le proposte correlate, resta un pezzo immortale, da annoverare negli annali della musica pop e contemporanea.

2 - EROTICA
Madonna ha, negli anni, pubblicato dei veri e propri classici della musica pop. Perchè inserire proprio "Erotica" quindi, in luogo di "Who's that girl" o "Into the groove", per citarne un paio? Con un ampio assortimento di pezzi storici, la domanda sarebbe più che lecita; per molti questa potrebbe essere una scelta discutibile, ma per il sottoscritto questo brano ha una valenza simbolica non indifferente:pensate che all'epoca ero un tredicenne con quattro peli di barba, alle prese con le prime scoperte sessuali. Ti arriva questa donna bella e provocante, con un libro in cui si mostra come mamma l'ha fatta ("Sex", praticamente un libro porno per l'epoca, in vendita libera nelle librerie avvolto da una confezione plastificata uguale a quella di un preservativo!) e con una canzone dove non canta, ma sussurra perversioni e fantasie erotiche con una voce sensuale da brividi; come poteva un adolescente non rimanerne affascinato? Ecco, "Erotica" ha acceso quell'immaginario sessuale che era per me ancora acerbo e che stava per manifestarsi a livello ormonale. In realtà, c'è da dirlo, Madonna già qualche anno prima aveva offerto un assaggio della sua carica sessuale, con quella che è in realtà parente vicinissima di "Erotica":mi riferisco a "Justify my love", altro pezzo dall'alto tasso afrodisiaco pubblicato come uno degli inediti della raccolta "The immaculate collection". Se fossi nato qualche anno prima, probabilmente in questa scaletta ci sarebbe finito proprio quest'ultimo; quel lustro di differenza ha fatto sì che il simbolo trascritto su spartito della mia personale scoperta della sessualità divenisse il suo successore. Nel testo, Madonna è Dita (nome fittizio scelto per omaggiare l'attrice tedesca Dita Parlo), padrona e maestra dell'arte amatoria:
"My name is Dita, I'll be your mistress tonight, I'd like to put you in a trance. If I take you from behind push myself into your mind
When you least expect it will you try and reject it...".
Da poche strofe si intuisce come l'accuratezza dei dettagli non fosse di poco conto in rapporto all'epoca in cui venne data alle stampe; il video di accompagnamento non era da meno:contenente immagini di Madonna nuda e scene sadomaso tratte dal libro fotografico "Sex", venne bandito da quasi tutte le emittenti televisive e riproposto in versione tagliata e censurata.
Su un piano strettamente musicale, "Erotica" è un pezzo funky costruito su un beat secco e sincopato accompagnato da un giro di basso in loop di grande effetto. Recentemente è stato pubblicato online il demo  originale della canzone, che inizialmente si chiamava "You thrill me":pur essendo chiaramente una "bozza", peraltro con un cantato incompleto e completamente diverso dalla versione che conosciamo, è un ottimo pretesto per carpire l'evoluzione del brano fino ad arrivare alla sua forma definitiva, e ci offre uno splendido "dietro le quinte" di una produzione in fase di sviluppo.

3 - LA ISLA BONITA
Le nacchere ed un "sabor" chiaramente ispanico sono una delle caratteristiche lampanti di "La isla bonita", che nella sua semplicità ed immediatezza, con un decennio di anticipo è stato primordiale precursore di tanti tormentoni danzerecci latino-americani (primo su tutti, la "Lambada", per poi arrivare alle varie proposte spanglish di Ricky Martin ed in un secondo tempo di Jennifer Lopez, senza dimenticare "one-shot" estivi come "Macarena", "Asereje" e così via). A differenza dei pezzi appena citati, però, "La isla bonita" mantiene intatto ancora oggi il suo appeal, tanto da essere un riempipista sempre attuale, seppur con delle chiare sonorità ottantiane.
E' uno di quei pezzi che è...invecchiato bene, diciamo così.
Il pezzo forte della canzone è senza dubbio il ritornello, che ho sempre adorato. Spinta da un basso incalzante, la modulazione sincopata del cantato è un qualcosa di davvero memorabile:
"Tropical the island breeze, all of nature wild and free
This is where I long to be, La isla bonita.
And when the samba played the sun would set so high
ring through my ears and sting my eyes, your Spanish lullaby..."
A "La isla bonita" sono anche legate le prime parole in spagnolo che ho cantato in vita mia ("te digo te amo"), ma la carta vincente è senza dubbio la melodia ariosa e leggera che pervade un pò tutto il brano, e che lo rende sia un classico da ascolto che da discoteca. "La isla bonita" è senza dubbio un pezzo imprescindibile non solo per una scaletta dedicata esclusivamente a Madonna, ma anche per una qualsiasi selezione pop, dove troverebbe posto senza fatica alcuna.

4 - FROZEN
Da un momentaneo calo di vendite e popolarità, nacque nella primavera del 1998 la collaborazione con William Orbit (allora poco conosciuto se non per qualche remix), che fruttò una svolta nelle sonorità di Madonna. Non più funky, non più pop patinato, ma un tipo di musica elettronica con chiare influenze ambient, a tratti anche orchestrali, capaci di donare al risultato finale un'impronta mistica, evocativa ed apertamente eterea. "Frozen" ne è l'esempio più lampante, ma anche "The power of goodbye" merita di essere menzionato. Entrambi i pezzi sono vere e proprie punte di diamante di quel che è l'intero album, "Ray of light".
Madonna, inoltre, aveva lavorato molto sul cantato per prepararsi all'interpretazione di Evita Peron nel musical "Evita", e su "Ray of light" il risultato di tante fatiche è evidente; in un ambiente così elaborato e sofisticato, la sua voce limpida e sempre misurata si muove che è una bellezza:
"You only see what your eyes want to see
How can life be what you want it to be? You're frozen
when your heart's not open...
You're so consumed with how much you get
You waste your time with hate and regret. You're broken
When your heart's not open..."
La canzone parla di una delusione sentimentale, di ritorsione, di ricatto, di un compagno che lascia che l'odio ed i rimpianti soffochino i sentimenti; quando ciò avviene, il suo cuore è "congelato", spezzato, incapace di amare.
"Frozen" è stata acclamata all'unanimità dalla critica. Alcuni hanno definito il pezzo un capolavoro di musica elettro-underground, altri sono arrivati addirittura ad accostarla ad opere di musica medievale e neoromantica. Riviste settoriali l'hanno accostata persino all'opera italiana, all'Aida di Giuseppe Verdi ed alla "Madama Butterfly" di Puccini (!). Ognuno ci vede quello che vuole, ma ciò che non cambia e mette tutti d'accordo è che "Frozen" resta, senza ombra di dubbio, un grande pezzo di musica contemporanea che attinge da vari stili con delicatezza senza, per questo, peccare in originalità.

5 - FORBIDDEN LOVE
Va detto che tutto l'album "Confessions on a dancefloor" è di notevole spessore, e meritava di essere citato qui almeno con un brano. In questo ultimo slot avrei potuto inserire sia "Hung up", sia "Sorry", sia "Jump", tre dei singoli più noti tratti dal disco. La scelta è ricaduta invece su un pezzo meno conosciuto, intitolato "Forbidden love" (da non confondere con la canzone dallo stesso titolo presente su "Bedtime stories", completamente diversa). Il perchè è presto detto:provate a suonarla mentre guidate di notte in una strada metropolitana, con i lampioni che si susseguono durante il tragitto e vi illuminano la strada. Capirete l'effetto che riesce a creare, e percepirete in modo ancora più netto l'aura malinconica ed allo stesso tempo inebriante che caratterizza l'intero comparto musicale. Ricalcando appieno lo stile ballabilissimo di "Confessions", si crea così un tocco atmosferico, frutto del particolare tappeto di tastiere che rende "Forbidden love" emozionante e suggestiva:un perfetto esempio di musica dance sospesa tra l'elettronica degli anni 80 (Depeche Mode, Pet Shop Boys), e quella ancor più sintetizzata del decennio successivo. Il tocco di Mirwais (altro DJ di fama internazionale e produttore dell'intero disco) rende la proposta al passo con i tempi, fresca, innovativa e persino sperimentale:rielaborando lo stesso arrangiamento, infatti, il produttore francese ricaverà poi "Jump", divenuto uno degli highlights dell'intero album.
Si parla di un amore tormentato tra un ragazzo ed una ragazza in un mondo diverso ("They lived in a different kind of world"), che per qualche ragione che non viene specificata è impossibile, proibito ("forbidden", appunto) sebbene sia palese che l'attrazione ed il sentimento siano reali, e capaci di cambiare il corso delle loro vite:"Just one smile on your face was all it took to change my fortune, Just one word from your mouth was all I needed to be certain...".
 "Forbidden love" è uno di quei pezzi che "vivono" di notte, e nella notte prendono corpo, si materializzano espandendo la percezione di chi è all'ascolto; nelle mie playlist è risultato essere più longevo rispetto alle altre hit di "Confessions", e questo è un elemento che non potevo trascurare.

Come si evince dal titolo di questo post, "Into the groove" è uno dei brani che ho dovuto escludere, non senza rimpianti. Quella famosissima linea di basso ha fatto scuola a metà degli anni 80, definendo un genere da cui sono nati numerosi cloni. Ma non è l'unica assenza di rilievo:meritavano di essere inserite anche "Who's that girl", "Open your heart", "Secrets", "Bad girl" e "Material girl" solo per citarne alcune. Ma in quel caso, avrei dovuto contravvenire alla "regola" delle playlist di musicalmaniak, che prevede sempre e comunque non più di cinque brani. 
Il bello della creazione di una scaletta però, è anche la scelta; non sempre tutti sarano d'accordo, e più la scelta è ampia, più varie saranno le proposte e le discordanze. Riassumere una carriera come quella di Madonna in uno spazio ristretto come questo sarà sempre limitante, bisogna farsene una ragione.
Per fortuna mi sono riservato la scelta di altri cinque pezzi, che sono andato a pescare tra le canzoni d'amore della regina del pop; la suddetta playlist, intitolata "Crazy for you", sarà oggetto del prossimo post.
 





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