domenica 15 gennaio 2017

RECENSIONE:GEORGE MICHAEL - FAITH (1987)

GEORGE MICHAEL - FAITH (1987)
LABEL : EPIC
FORMAT : LIMITED EDITION BOXSET LP+2CD+DVD+BOOK







Il 2016 è stato un anno orribile per la musica. Perdite come quelle di David Bowie,Prince,Leonard Cohen,George Michael, ovvero artisti completi,carismatici,innovativi,lasciano un vuoto impossibile da colmare, specie per chi, come me, è stato svezzato dai loro dischi.
"Diamonds and Pearls" di Prince e "Faith" di George Michael furono due dei primissimi cd che mi vennero comprati quando ancora ero un adolescente impreparato sulla musica e che si apprestava ad accostarcisi in modo "serio", quindi è intuibile sia quanto questo disco significhi per me e sia quanto quest'anno maledetto abbia tolto al sottoscritto.
Scrivere di "Faith", in questo momento, non può che essere una sorta di tributo dovuto, e necessario, ad un'artista poliedrico, cantautore e compositore di melodie immortali, che ha contribuito non poco alla mia formazione musicale e che inevitabilmente lascia un senso di incompiutezza, vista la sua reticenza alla pubblicazione di lavori nuovi specie negli ultimi anni.
Scoprii George Michael grazie a MTV - la cara, vecchia MTV che trasmetteva, una volta, solo video musicali - ascoltando la riuscitissima reinterpretazione di "Somebody to love" al Freddie Mercury Tribute, accompagnato dai Queen. In quei giorni, il chiodo fisso era mettere le mani sull'E.P. di prossima uscita "Five Live" che conteneva questa cover dal vivo, ma fu proprio la stessa MTV a sparigliare le carte e ad indirizzare la spesa del mio ristretto budget verso "Faith". Avvenne un pomeriggio, quando, con il video di "One more try" rimasi letteralmente ipnotizzato e ammaliato dalla bellezza di questo pezzo. Me ne innamorai, per la sua struttura così semplice ma allo stesso tempo sentita, sofferta, e per il tappeto di tastiere persistente ad accompagnare quel grido disperato che sfocia in una riflessione amara:
"So I don't want to learn to
   Hold you, touch you
     Think that you're mine
       Because it ain't no joy
          For an uptown boy
             Whose teacher has told him goodbye 

                Goodbye, goodbye..."
Quando certi brani ti lasciano attonito in questo modo -  e sono ben pochi quelli che ci riescono al primo ascolto - già sai che saranno pezzi della colonna sonora della tua vita.
E quindi acquistai il cd di "Faith" per poter riascoltare "One more try" all'infinito, per poi accorgermi che non avevo ottenuto solo QUEL brano,  ma avevo tra le mani un grande album.
Scritto e prodotto quasi interamente da Michael, "Faith" è un album ancora oggi imprescindibile per chiunque ami il pop raffinato.
Perchè? Per 3 motivi : intanto non è il classico album anni 80, interamente sintetizzato e campionato, ma ha una sua struttura ben precisa ed uno stile ben definito, seppur acerbo (la vera anima di George Michael è venuta fuori successivamente, in parte con "Listen without prejudice" e interamente con "Older" e "Patience"). E poi, non è un album con due singoli e inutili riempitivi, anzi : la selezione dei brani - seppur ristretta rispetto agli standard odierni, ma sempre di 1987 parliamo e quindi più di struttura vinilistica che di digitale - non scende mai di livello.
Il terzo motivo? E' un album coraggioso. Sebbene già Madonna in quegli anni stesse usando la provocazione come promozione e la musica come portabandiera di una libertà espressiva e di un linguaggio più aperto e più esplicitamente sessuale, ancor prima di "Erotica" George Michael presentò alle radio e alle emittenti televisive "I want you sex", che ovviamente creò scandalo (tanto da essere bannata e censurata da molte di esse) ma che fu, inevitabilmente, un'ulteriore picconata al bigottismo e alla mentalità retrograda ancora presente in quel periodo.
Certo, sarebbe un errore ricordare "Faith" solo per la struggente "One more try" e per "I want you sex". Intanto, è il disco con cui George Michael costruì la sua identità : il giubbotto di pelle, l'orecchino con il crocifisso, i jeans attillati e gli stivaletti a punta divennero un abbigliamento iconico, e il successo dell'album lo elevò allo status di rockstar al pari dei "grandi" dell'epoca (Michael Jackson,Madonna,Prince). Inoltre, questo disco, con una base solidissima di brani validi ed una varietà che non si discosta mai dall'idea di base, creò uno stile artistico riconoscibilissimo.
Quindi il funky e le influenze del primo Prince sono solo lo spunto su cui è stata costruita la struttura portante di brani come "Hard day" e "Monkey", quest'ultima capace di affrontare - seppur in senso metaforico - un tema scottante (sempre all'epoca) come la dipendenza dalle droghe. E quando uno pensa di aver già un'idea chiara di quel che è "Faith", ecco la sorpresa "Kissing a fool", dove George Michael sperimenta per la prima volta quelle atmosfere jazzate e swing che sono poi diventate un marchio di fabbrica dei suoi dischi successivi.
L'atmosfera delicata di "Father figure", vellutata e notturna, regala un altro episodio di rilievo, innalzando ulteriormente la qualità dell'album. Il brano risulta essere il più sensuale di tutto il disco, con la voce sospirata di George Michael che canta:
"That's all I wanted
    Something special, something sacred
       In your eyes
For just one moment
   To be bold and naked
      At your side
Sometimes I think that you'll never
   Understand me
Maybe this time is forever
   Say it can be...."

"Hand to mouth"è un altro pezzo memorabile, con un'apertura melodica eccezionale e le tastiere che accompagnano incessantemente il ritmo synth in loop. Il tema della libertà, non solo artistica, è esemplificato nelle sue parole :
"I believe in the gods of America 
     I believe in the land of the free
       But no one told me (No one told me)
        That the gods believe in nothing
So with empty hands I pray
    And from day to hopeless day
       They still don't see me..."

Quella libertà tanto inseguita durante l'avventura con Andrew Ridgeley negli anni a nome Wham!, trovò qui uno sfogo momentaneo, ma non definitivo. Terminato il tour di "Faith", infatti, George Michael dovette di nuovo combattere per difendere la sua indipendenza artistica nella guerra contro la Sony e le case discografiche.
In ogni caso, "Faith" resta a mio avviso l'album di George Michael più vicino alla perfezione, soprattutto considerando gli anni in cui è uscito. La rielaborazione dei canoni della musica pop degli anni 80 fusa con uno stile tanto essenziale quanto originale, è un qualcosa che distingue questo disco dalle altre produzioni di quel periodo; non a caso, è stato inserito nei 500 migliori album della storia da Rolling Stone.
La curatissima riedizione del 25ennale è quanto di meglio un amante di questo album potesse avere : un box contenente il vinile, un doppio cd con l'album ed una serie di remix (già editi nei singoli dell'epoca), un dvd con tanto di documentario, intervista a George Michael e tutti i video tratti dall'album, e per chiudere un libro fotografico con commento del disco e la trascrizione di un'altra intervista a Michael.
(R.D.B.)

VOTO : 8/10
BEST TRACKS : "One more try", "Father figure", "Faith", "Monkey". 

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