sabato 1 aprile 2017

RECENSIONE:NOTHING BUT THIEVES - NOTHING BUT THIEVES + GRAVEYARD WHISTLING E.P. (2015)

NOTHING BUT THIEVES - 
NOTHING BUT THIEVES +
GRAVEYARD WHISTLING E.P. (2015)
LABEL : SONY MUSIC ENTERTAINMENT
FORMAT : CD DELUXE EDITION + 10'' SINGLE






Inutile che cerchi di ricordare come, circa un anno fa, mi ritrovai nelle cuffie il disco di esordio di questa band a me sconosciuta. Non ne ho idea, forse ne avevo sentito parlare da qualche parte, o qualcuno mi aveva segnalato il nome del gruppo:ma a questo punto, andare a ripescare le origini di tutto ciò non ha senso. Di certo, sono arrivato tardi rispetto ad altri che già avevano scoperto i Nothing But Thieves, e che li avevano apprezzati e classificati non solo come grande promessa, ma come autentici fenomeni.
Infatti, nel momento in cui presi il cd, Conor Mason (voce e leader), Joe Langridge-Brown e Dominic Craik (chitarre), Philip Blake (basso) e James Price (batteria) avevano già aperto i concerti di gente come Twenty-One Pilots,Awolnation e soprattutto Muse, e si apprestavano ad imbarcarsi in un mini-tour (chiamato "Ban all the music") già tutto esaurito in terra inglese.
Il loro biglietto da visita più prestigioso è stato proprio quello della band di Matthew Bellamy, che li ha voluti fortemente come gruppo di supporto per il loro tour europeo:sicuramente il leader dei Muse deve aver rivisto (e riascoltato) in Conor Mason una sua versione più giovane, riconoscendo in questi ragazzi diverse analogie con gli esordi della sua band, e le sonorità di capolavori del loro passato come "Origin of simmetry".
I riferimenti per inquadrare il gruppo non si fermano qui:potrei citare anche i Radiohead, per esempio, e snocciolarne almeno altri 3 o 4, ma andare a cercare per forza qualche similitudine con una serie di nomi buttati lì non renderebbe giustizia ai Nothing But Thieves:con la loro opera prima, hanno già delineato uno stile personale che chiaramente trae ispirazione da nomi già blasonati, ma senza esserne la copia. Il carisma del leader e la professionalità dimostrata dall'intero gruppo, nonostante siano giovanissimi (hanno tutti più o meno 25 anni), è già impressionante.
"Nothing but thieves" è il loro primo album completo, che raccoglie alcuni brani dei 3 E.P. pubblicati mentre erano in tour a farsi le ossa, con l'aggiunta di una serie di pezzi nuovi; ed è una ventata di freschezza ed energia per l'intero movimento rock, piuttosto stantìo negli ultimi tempi.
Il disco è come un treno ad alta velocità, che viaggia sparato e deciso portando l'ascoltatore a destinazione senza soste inutili.
Se non ci credete, concedetegli un'occasione e premete il tasto play del vostro lettore cd:ad accogliervi troverete subito una voce limpida, pulitissima, che arrampicandosi su diverse note intonerà "Excuse me". Potrebbe sembrare un inizio delicato, ed invece dopo appena un minuto arriva il ritornello travolgente, dove le chitarre elettriche e la voce di Mason interpuntata dai cori spazzeranno subito via ogni dubbio sulla qualità del disco che sta suonando; che piaccia o no, "Excuse me" è un'apertura che spacca di brutto, un grande pezzo da ascoltare e riascoltare fino allo sfinimento. 
E questo è solo l'antipasto, perchè le portate di questo banchetto servito a bordo del treno supersonico appena partito, sono diverse e quasi tutte di ottima fattura. La successiva "Ban all the music" (per l'appunto, già nota a chi aveva conosciuto la band in tempi non sospetti e apprezzata a tal punto dall'usarla come nome del loro tour), si apre con un giro chitarristico avvolto dalla batteria rimbombante, ed è supportata da quella varietà vocale di Mason che, qui sì, merita un accostamento a Bellamy per i picchi che riesce a toccare. La sensazione è quella di ascoltare un gruppo già navigato, e non degli esordienti:questo è indice di personalità e grande applicazione, perchè i ragazzi si trovano a meraviglia passaggio dopo passaggio, in un'alchimia di rara efficacia.
Il terzo brano, "Wake up call" è il colpo del k.o.inflitto già all'inizio del match, perchè la melodia ti entra nel corpo già dal primo ascolto, il ritmo è un macigno trascinante che lo scuote, e tu senza accorgertene la stai già canticchiando:
"These hearts are wireless
This ain't no crowd control
These thoughts are violent
They murder rock and roll
Slow down, fade out
That's not how I wanna go
Sometimes we never get started
No one will give you a wake-up call
Sometimes the hours are wasted
No one will give you a wake-up call..."
Una precisa dichiarazione di intenti, dove si invita la gente a non perdere tempo, ed a darsi una svegliata perchè la vita scorre e nessuno gli restituirà ciò che si è persa.
I testi non sono banali, ma trascinanti, sebbene non brillino di profondità e significato in alcuni frangenti; ma a livello compositivo il talento si vede e come, ed in alcuni pezzi viene fuori in modo evidente. "Wake up call" è più un inno da concerto, creato con l'intento di far muovere braccia e gambe al pubblico per scatenarlo e fare in modo che si lasci andare. 
I grandi album, si sa, se ti colpiscono poi vanno fino in fondo, e difficilmente mollano la presa:questo non è da meno, perchè dopo la partenza al fulmicotone del trittico d'apertura, cala un altro jolly dal nome "Itch", dove si intravedono le prime sfumature un pò fuori le righe, necessarie per evitare di essere troppo ripetitivi e standardizzati; ancora una volta l'energia che ne viene fuori è straripante, stavolta accompagnata da un pizzico di elettronica ben dosata (altro elemento comune con i Muse), che mai sovrasta il sound della band. Non posso dire che ci troviamo di fronte alla miglior canzone del disco e la metterei una spanna al di sotto delle proposte precedenti, ma siamo sempre su livelli altissimi, quindi alla fine è molto più che accettabile.
Di adrenalina ne è uscita fuori abbastanza a questo punto, ed una pausa di recupero per riordinare le idee dopo tanto stordimento arriva con "If I get high", delicata come una piuma che si va a posare sul viso; e signori, qui quella che inizialmente era solo l'impressione di trovarsi di fronte ad una grande voce diventa certezza:la parte finale offre un'interpretazione magistrale, che pochi vocalist possono permettersi; trasmette sofferenza e rabbia, è struggente e toccante. Pur partendo lento, il brano ha vita, ed è davvero un piacere ascoltarlo:sono 3 minuti di pura bellezza sonora.
A volte può essere un azzardo proporre due lenti in scaletta, uno dopo l'altro, eppure i Nothing But Thieves senza alcun timore rischiano, e porca miseria se alla fine non vincono loro; sommessa e con il suo sound ovattato, arriva un'altra perla, intitolata "Graveyard whistling" e introdotta da arpeggi acustici che salgono di strofa in strofa, fino ad esplodere con il secondo ritornello che incanta per la sua orecchiabilità, lasciandoti incollato alle cuffie con gli occhi sognanti. Ancora una volta, le tematiche della vita che comporta degli errori inevitabili, e di una gioventù sfuggevole sono il tema del messaggio; non credere in sè stessi e nell'abbattimento dei miti (religiosi e non, l'argomento viente trattato molto alla lontana lasciando libera l'interpretazione) può far male e portare all'autodistruzione:
"All that afterlife
I don't hold with it
All your gods are false
Just get used to it
Let's go out tonight
Kill some stubborn myths
Set those ghosts alight, get into it.
No one's getting younger
Would you like a souvenir?
Let it take you under,
Feel your worries disappear..."
A colpire in modo particolare è il sound, che giunge alle orecchie come se gli strumenti fossero soffocati, regalando un effetto di intimità; si crea un'atmosfera rilassata, tipica di un dialogo tra amici davanti ad un bicchiere di liquore, comodamente seduti in poltrona.
Ma nel frattempo il viaggio prosegue ed il treno non vuole proprio saperne di fermarsi, anzi continua imperterrito a macinare chilometri. Arriva "Hostage", altro grande passaggio dove il ritmo torna a dominare, e le sferzate di chitarre stavolta invertono l'ordine prestabilito di una canzone rock:è il refrain ad essere dolce, ed è come un rifugio che offre riparo mentre intorno (nei blocchi di strofe) imperversa la tempesta.
Il lettore cd deve arrivare alla traccia numero 8 per mettermi di fronte alla prima flessione qualitativa, e se ci pensate un attimo, ha quasi dell'incredibile, perchè gli album che riescono ad inanellare una sfilza di brani di questa portata si contano sulla punta delle dita. "Trip switch" non è niente di eccezionale, seppur piacevole e ben orchestrata; ad un'analisi attenta, non risulta neanche melensa, nè inascoltabile. Allora dov'è l'inghippo, direte voi? per dirlo in parole povere, è solo una canzone normale in un disco farcito di pezzi troppo validi per far sì che spicchi al cospetto degli altri. 
In genere, un buon album avrebbe già fatto la sua sporca figura, eppure sin dal primo ascolto ho avuto la netta sensazione che "Nothing but thieves" avrebbe inanellato almeno un altro colpo ad effetto, un qualcosa che lo avrebbe ulteriormente impreziosito, portandolo ad essere non solo un "buon" disco, ma un "ottimo" disco. E non mi sbagliavo.
"Lover, please stay" è un lento acustico, nudo e scarno, dove la voce di Conor Mason viene messa giustamente in risalto, ed è protagonista assoluta della scena:un pezzo davvero toccante, lineare ma efficacissimo, con un'interpretazione meravigliosamente sopra le righe. Come non si può non rimanere impietriti di fronte ad una melodia del genere? Riesce a commuovere e a far venire la pelle d'oca, a dimostrazione che a volte ci vuole davvero poco per regalare emozioni in musica:basta una chitarra, una melodia indovinata ed una buona voce (in questo caso più che buona, direi sublime, perchè capace di spaziare tra tonalità basse e alte con una semplicità disarmante). "Lover, please stay" è davvero uno dei brani più belli e affascinanti che abbia ascoltato negli ultimi anni, e non ho nessuna remora nel dirlo.
Il resto del disco, composto da "Drawing pins", "Painkiller" (nulla a che fare con l'album omonimo dei Judas Priest) e "Tempt you (Evocatio)" passa, a questo punto, quasi in secondo piano:non fa altro che confermare le qualità non comuni del lavoro in questione, con "Tempt you" che, oltre ad essere una degna chiusura, offre ulteriori spunti interessanti con la sua atmosfera carezzevole ma allo stesso tempo sofferta.
La deluxe edition regala altri 4 brani, sui quali spiccano "Honey Whiskey", dirompente per il suo ritornello a presa instantanea, e "Six billion":per molti dischi questi sarebbero pezzi di punta, persino degli highlights, mentre in questo album hanno trovato posto solo tra le bonus tracks. Questo è un chiaro indice della qualità di ciò che si ha avuto modo di ascoltare in precedenza:musica che, non mi stancherò mai di ripetere, è davvero di altissimo livello.
E così il primo viaggio a bordo del treno dei "Nothing But Thieves", che ha sfrecciato senza intoppi e senza passaggi a vuoto, giunge al termine. Ed è stato un viaggio bellissimo, carico di momenti da ricordare e da rivivere:per scrivere di questo disco ho dovuto ovviamente riascoltarlo tutto da cima a fondo, ed è stato un vero piacere scoprirlo ancora una volta.
Avrete notato come, nella foto abbinata a questa recensione, ci sia un vinile oltre al cd di cui ho parlato fino ad ora:è il 10'' di "Graveyard whistling", che con molta fatica sono andato a reperire su Ebay. 
Il motivo di questa affannosa ricerca è dovuto alla presenza di un brano non presente nella scaletta del cd, che mi ha fulminato al primo ascolto; si chiama "Last orders", e si può scaricare in digitale sia su Itunes che sul sito del gruppo. Se lo si vuole su un supporto fisico, al momento l'unico che può offrirlo è questo E.P. di 4 tracce che include anche "Graveyard", "Itch" ed "Emergency" (altro inedito). "Last orders" è un'altra dolcissima ballata, più elaborata di "Lover, please stay", dal significato crudo e diretto:una lite da bar che finisce in tragedia solo in apparenza, con il protagonista colpito da uno sparo e lasciato a terra, mentre il pensiero che tutto sia sfuggito dal suo controllo (senza spiegarne le ragioni) è motivo ricorrente dei suoi ultimi pensieri:
"The gun was hot
Crazy kind of rage within his eyes
Taking over
The cops were called
Someone put some water on my face
And I passed out
I thought I was dreaming, there were sirens screaming
And my friends were leaving me to die
But it wasn't heaven, just for 27
And we'll do it all again tonight
Take your fight outside
(We've got this thing under control)
That's it for tonight
(We've got this thing under control)..."
La frase "We'll do it all again tonight" lascia intendere che tutto sia avvenuto come in un sogno, e che il protagonista non sia passato a miglior vita ma sia stato poi salvato da una fine tanto indecorosa.
Grazie al suggerimento di un'amica, ho notato anche  l'evidente riferimento al "club 27" (espressione con cui molti definiscono quell'insieme ristretto di autentici miti del rock dannati, morti tutti a 27 anni), di cui Mason nella canzone ancora non può far parte (è più giovane) e in cui si spera non entri in futuro.
Il testo di per sè trasmette un pò di angoscia, ma ancora una volta è la musica e la voce di Mason ad avermi lasciato imbambolato, con i cori ben congeniati a supportarla fino alla splendida chiusura:un'altra prova da incorniciare, che ho ascoltato decine di volte e di cui ancora non mi sono stancato. Peccato, davvero, che non sia stata inclusa nella selezione finale del disco.
Si sentirà parlare ancora dei Nothing But Thieves, ne sono certo:se le premesse sono queste, il futuro per loro è roseo, e prevedo una carriera simile a quella dei loro maestri, i Muse.
Non vedo l'ora che diano alle stampe il seguito di questo esordio, e ormai dovremmo esserci vicini visto che sono passati quasi due anni. Quel giorno, non avrò bisogno di un assaggio o di un ascolto di prova prima di fiondarmi nel primo negozio di dischi a tiro; andrò lì con lo scopo di prenotare un nuovo biglietto per salire a bordo di un altro treno che, quasi certamente, mi farà vedere gli stessi meravigliosi paesaggi di questo viaggio, ma da un'altra angolazione, rendendoli ancora più interessanti. E se, come in questo caso, non ci saranno contrattempi, sarà solo un ulteriore conferma dei miei fortissimi sospetti:i "Nothing But Thieves"sono davvero una grande, grande scoperta.
(R.D.B.)


VOTO : 8,5/10
BEST TRACKS : "EXCUSE ME", "WAKE UP CALL", "LOVER, PLEASE STAY", "HOSTAGE", "GRAVEYARD WHISTLING", "HONEY WHISKEY", "LAST ORDERS" (Solo su "GRAVEYARD WHISTLING" E.P.)







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